L’Arpa per dar musica alla tua cerimonia con uno strumento d’effetto… 

L’arpa regala emozioni e trasporta gli invitati in un mondo fantastico con le sue delicate melodie.

L’arpa è uno degli strumenti più antichi, risale a circa cinquemila anni fa. Da sempre è diffusa in tutto il mondo, dall’Europa, all’America Latina, all’Asia. Si suona pizzicando le corde con i polpastrelli o con le unghie in base alla tradizione del paese. Il suono che produce è certamente magico. Infatti l’arpa è stata lo strumento preferito di re e regine. Nell’immaginario collettivo è associata a visioni angeliche e mondi fatati.

In Irlanda….

l’arpa è diventata lo strumento nazionale per la sua importanza. Infatti la ritroviamo negli euro irlandesi, è il simbolo della Guinness e di Ryan Air. Una curiosità è che l’arpa disegnata nelle monete irlandesi esiste veramente ed è conservata al Trinity Museum. La leggenda  vuole che sia appartenuta a Brian Boru, il primo re d’Irlanda, vissuto circa mille anni fa.

Si crede che…

l’arpa, forse per la sua forma sinuosa, sia uno strumento suonato da sole donne. Questa caratteristica però è molto recente. Fino a 60 anni fa era suonata soprattutto da uomini, sempre molto eleganti ed eccellenti arpisti. L’arpa è uno strumento solista, ma che da sempre suona anche con altri strumenti: flauto, violino, cantante, violoncello..

Al giorno d’oggi…

l’arpa è uno degli strumenti più CAMALEONTICI. Non di rado la vediamo in concerti jazz, pop, rock, o impegnata a suonare cover di Lady Gaga, John Legend, Coldplay…

L’arpa classica come la conosciamo oggi è alta 1,80 metri con 47 corde e 7 pedali. E’ frutto di un’evoluzione durata centinaia di anni. Gli arpisti sono sempre stati musicisti molto coraggiosi. Basti pensare che viaggiavano in tutta Europa senza porsi troppi problemi per l’ingombro dello strumento. Oggi l’arpa si trasporta con una normale automobile e ha adeguate custodie che la proteggono, ma prima si trasportava in carrozza e con non poche difficoltà!


“…il mio corpo era come un’arpa e le parole e gesti di lei come dita sulle sue corde.” 
(James Joyce, scrittore e poeta irlandese)