Canti in chiesa: la verità sul testo dell’ Ave Maria di Schubert

Molta gente è solita pensare che la Chiesa si rifiuta di far cantare alcuni canti apparentemente sacri durante la Messa, in particolare l’Ave Maria di Schubert. C’è chi crede che i sacerdoti non lo permettano perché varie confessioni considerano queste profane e non adatte ad una chiesa.
La maggior parte delle persone è convinta che il motivo di fondo per cui si censurano questi canti ai matrimoni sta nel fatto che la Maria di cui canta Schubert non corrisponde a Maria, madre di Gesù, della cultura cristiana. Bensì ad un’altra donna, Elena, The Lady of the Lake.
Schubert infatti prese spunto da “The Lady of the Lake” di Walter Scott. Tale poema è fondamentalmente pagano e per questo la sua riproduzione o anche la sola ripresa ispirata è vietata dai preti cattolici.

Schubert scrisse questa composizione non per Maria, ma per la sua amante e il poeta tedesco F. Schiller aggiunse le parole che si cantano ancora oggi.

La verità è un’altra…

Recenti norme del vicariato hanno vietato l’esecuzione dell’Ave Maria di Schubert (la più celebre) in quanto il testo non è liturgico. Non vi è latro motivo. Tuttavia si può benissimo cantare al momento delle firme, al termine della Messa. I liturgisti sconsigliano di inserirla nella Messa perché non ha una relazione specifica con i momenti della celebrazione: es. presentazione dei doni, comunione…

Si preferiscono brani scritti appositamente per la liturgia e che possano essere cantati dall’assemblea. Si vuol sottolineare così il contenuto del mistero che si celebra e l’aspetto comunitario della preghiera.

Perchè Schubert compose l’Ave Maria?

Come lied sacro dedicato alla Vergine (Op.52 No.6 D839 “Ellens Gesang III: Hymne an die Jungfrau”), contrariamente all’opinione comune che la vorrebbe una musica originariamente profana. Circola per la diceria secondo la quale la canzone sarebbe… d’amore. Non è così: chi non si fida e sa leggere il tedesco (o l’inglese) può verificare da sé il testo originale, a questo indirizzo:

In realtà, a parte pochi casi di ottusa ignoranza, le ragioni per le quali i parroci spesso non sono favorevoli all’Ave Maria è che il rito del matrimonio viene quasi sempre inserito all’interno della Santa Messa. Dal punto di vista liturgico l’invocazione alla Vergine non rientra nelle tematiche del sacrificio eucaristico. Insomma, l’Ave Maria non andrebbe cantata né all’Offertorio né alla Comunione semplicemente perché è una preghiera non adatta alla circostanza.

Ad ogni modo, agli sposi che non vogliano rinunciare all’Ave Maria di Schubert può essere eseguita alla fine della cerimonia nuziale durante le firme. Altra alternativa è eseguire l’Ave Maria di Schubert durante l’offertorio, in versione strumentale (con organista e violinista)
Se il sacerdote è “avanti”, nulla osta ad inserire l’Ave Maria all’ingresso (prima della celebrazione), alle firme (dopo la celebrazione), o anche come momento isolato di preghiera appena dopo il rito matrimoniale vero e proprio, prima di riprendere la celebrazione della Messa.